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il cammino della magia-di deepak chopra-

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2010 16:09
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07/09/2010 05:59

la chiave per merlino
merlino:il nome evoca mistero,magia,incantesimo.il mago è la figura centrale di uno dei miti piu' duraturi della nostra cultura,la storia di re artu' e del suo regno,camelot.nelle prime versioni della leggenda,merlino è il detentore di ogni conoscenza.la serie il ritorno di merlino insegna a risvegliare il mago che dorme in profondita'dentro tutti noi,in modo che possiamo riappropriarci del campo della pura conoscenza e trasformare in realta'il sogno di un mondo nuovo,grazie alla purezza dei nostri cuori.
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07/09/2010 06:05

al giorno d'oggi ,la realta' che ci appare è solo frutto del potere ipnotico del condizionamento sociale,una fiction indotta alla quale partecipano tutti,collettivamente.è un'esistenza monotona,in cui il nostro solo destino è nascere,invecchiare e morire.se solo potessimo rendercene conto,troveremmo le chiavi per il miracolo della vita nella nostra coscienza.la vita compira' miracoli per noi quando cominceremo a considerarla un'espressione del miracoloso.siamo qui e adesso:questo è gia' un miracolo.
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08/09/2010 06:05

"la torre del mago"è quel luogo sacro dentro di noi,dove ci sono dei e dee in embrione;il loro unico desiderio è venire alla luce,manifestarsi in una forma.l'intelligenza interiore dell'insieme corpo/mente è il genio definitivo e supremo,e rispecchia la saggezza dell'universo.in tale saggezza risiede il potere della trasformazione.la trasformazione apre nuove realta',nuovi mondi.nella vastita' della coscienza del mago,infiniti mondi vengono e vanno;sono come granelli di polvere che danzano in un raggio di luce.william blake ha detto:"VEDERE UN MONDO IN UN GRANELLO DI SABBIA E IL CIELO IN UN FIORE DI CAMPO,TENERE L'INFINITO NEL PALMO DELLA MANO E L'ETERNITA' IN UN'ORA.SIAMO PORTATI A CREDERE A UNA BUGIA QUANDO VEDIAMO CON E NON TRAMITE L'OCCHIO CHE NACQUE IN UNA NOTTE,PER PERIRE IN UNA NOTTE QUANDO L'ANIMA SI ADDORMENTO' NEI RAGGI DI LUCE".spero che,durante la lettura,vedrete nei vari personaggi i ruoli diversi che interpretate quando la vostra anima dorme nei raggi di luce.e' il nostro destino interpretare un'infinita' di ruoli;indossiamo maschere sociali nel dramma della vita,ed è in questo sacrificio del sè per l'immagine del sè,nel sacrificio dello spirito per l'ego che è nato il tempo.
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09/09/2010 06:59

è questo il segreto del mago:lo spirito non è mai messo in ombra dalla forma o dal fenomeno.il mago sa che per essere davvero vivo deve morire al passato in ogni momento.essere vivi ora significa essere morti al passato.essere vivi ora è avere una consapevolezza centrata sulla vita,sul momento attuale.se mantenete l'attenzione concentrata su cio' che è,cioè ne cogliete la pienezza in ogni momento,scoprirete la danza del divino in ogni foglia,in ogni petalo,in ogni filo d'erba,in ogni arcobaleno,in ogni torrentello,in ogni respiro di ogni essere vivente.il mago sa che al di la' del fardello del ricordo e del giudizio si stende l'oceano della coscienza universale.noi siamo come increspature su questo vasto oceano e abbiamo accesso alla totalita' della sua infinita conoscenza.
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10/09/2010 06:58

LuoghiGlastonbury.
Luogo di magie e di incanti, identificato nel corso dei secoli con la sacra isola di Avalon, Ynis Afallach, dimora di sacerdotesse guaritrici dedite al culto della Madre. Isola delle mele, nella quale Morgana condusse Artù morente, che molti dicono addormentato in attesa di risvegliarsi e riprendere il ruolo di Re Sacro, per la Britannia e per il mondo.

Ciò che contribuisce a rendere Glastonbury un luogo tanto particolare è senza alcun dubbio il paesaggio. La sua conformazione naturale ha fatto sì che la fascinazione e le energie ivi percepite fossero associate ad aspetti particolari della mitologia celtica ed al regno delle fate, l’altromondo, speculare e complementare al nostro, chiamato con il nome di Annwn.
Simboliche ed evocative sono le sue fonti, in particolare quella conosciuta come fonte rossa, Chalice Well o Blood Spring.



L’acqua della fonte rossa sgorga tra il Glastonbury Tor e la Chalice hill, per la precisione ad una cinquantina di metri di distanza dal Tor. La sorgente è perenne ed il flusso è calcolabile in 4,5 metri cubi all’ora di acqua.
Essa potrebbe provenire da un complesso sotterraneo di dimensioni e profondità sconosciute il quale potrebbe trarre origine dalle Mendips Hill. L’acqua potrebbe risalire in superficie dopo un lungo corso sotterraneo che potrebbe avere un’origine molto profonda e distante dalla sorgente.
Queste conclusioni si possono trarre dal flusso costante, dalla temperatura (2 gradi centigradi) e dal deposito ferroso che essa porta con sé.
Ciò che infatti dona il nome alla sorgente è proprio il caratteristico colore delle sue acque, dovuto all’elevato contenuto di ferro presente in esse. Infatti, dove esse portano il loro cammino lasciano una patina color ruggine sul terreno.

La mitologia lega inestricabilmente la fonte rossa al Graal.
Si narra che il Sacro Calice sia stato portato in Inghilterra da Giuseppe D’Arimatea, dopo che egli vi ebbe raccolto all’interno il sangue del Cristo morente.
Egli sarebbe giunto a Glastonbury dalla Palestina portando con sé due ampolle (che secondo l’autore N.R.Mann rappresenterebbero a livello simbolico la blood spring e la white spring), e il Graal, che avrebbe poi nascosto nelle acque della fonte rossa, nel punto nel quale esse sgorgano.

Non si può parlare della fonte rossa senza fare un, seppur piccolo, accenno alla seconda fonte di Glastonbury, la fonte bianca White Spring.
Le sue acque oggi sono purtroppo nascoste alla vista a causa dell’industrializzazione compiuta dall’uomo.
Ma in origine essa era ben visibile sul terreno di Glastonbury e le sue acque, cariche di calcare, avevano un colore bianco latte.

Il bianco ed il rosso sono infatti i colori caratteristici dell’aldilà celtico. I cani di Arawn, re dell’Annwn, sono descritti, nel primo ramo del Mabinogion, come creature interamente bianche ma dagli occhi e dalla punta delle orecchie color rosso sangue.
Ma oltre che alla morte i due colori sono associati a simbologie vitali, preposte ai misteri del sangue mestruale e del concepimento.
Il bianco sarebbe quindi lo sperma maschile ed il rosso il sangue femminile, o ancora il sangue che sgorga insieme alla placenta dal corpo femminile al momento del concepimento.
In alchimia il rosso ed il bianco simboleggiano il principio originale dello zolfo, il “fiammeggiante”.
Si considerano due colori polari e si dice che quando il sangue mestruale (rosso) incontri lo sperma (bianco) si possa originare una nuova vita.
Il colore rosso caratteristico della sorgente è quindi collegato ai misteri del sangue, della vita e della morte ed è molto probabile che gli antichi considerassero sacra una fonte che, rossa, sgorgasse dalla Madre Terra simboleggiando la sua capacità procreativa in modo molto marcato.
Una rappresentazione vivente del flusso vitale femminile che permeava la Terra.
La sorgente rossa scorre in mezzo ad alberi di Tasso.
Essi a livello simbolico si intrecciano benissimo con quanto detto finora.
Sono infatti associati sia alla morte che alla rinascita.
I semi contenuti nei frutti di quest’albero, di un brillante color rosso, sono altamente tossici così come le foglie e la corteccia. Ma l’albero è anche incredibilmente longevo.
Ciò fa di questo albero un perfetto rappresentante della duplice essenza sacra di vita e morte.
L’autore N.R.Mann nel suo libro propone una tesi secondo la quale i druidi stessi avrebbero piantato i tassi lungo il corso dell’acqua per farne un percorso professionale legato a particolari culti iniziatici.

La fonte della Chalice Well è circondata da un giardinetto al quale si accede tramite un cancello.
Il pozzo che la contiene è profondo nove metri e, nel 1919, è stato ricoperto da una botola intarsiata, con l’immagine di una vesica pisces progettata da Frederik Bligh Bond.
La capacità del pozzo è di 45 metri cubi e si riempie in dieci ore.



La vesica pisces, letteralmente traducibile con vescica del pesce, è ottenuta tramite l’unione dei bordi di due cerchi la circonferenza dei quali passa una nel centro dell’altra.
La vesica pisces contiene le proporzioni vitali per coloro che operano in forma tridimensionale e cioè le radici quadrate di 2, 3, 5.
Essa inoltre fornisce i diagrammi di base per costruire il pentagono, l’esagono e l’ottagono e da essa si ricavano le proporzioni della sezione aurea che è la base dello sviluppo di molteplici forme naturali, nonché la proporzione del corpo umano, il numero phi.
La figura che si ricava dall’unione dei due cerchi richiama la forma di una mandorla.
Se vista orizzontalmente essa porta alla mente un pesce stilizzato, simbolo dei primi cattolici, tramite il quale essi si riconoscevano.
Ma se visto in modo orizzontale esso richiama una vulva, simbolo della Dea Madre preposta alla vita ed alla generazione.
Si dice che la vulva emani un leggero odore di pesce ed il termine greco delphos significa sia vulva che pesce.
La figura richiama inequivocabilmente quella della Dea celtica Sheela-Na-Gig rappresentata con le gambe spalancate e le mani ad aprire una vagina di dimensioni quasi sproporzionate, a marcarne ancora di più il ruolo di generatrice e di Dea della fertilità.

I due cerchi intersecati inoltre potrebbero simboleggiare l’unione dello spirito con la materia, del maschile e del femminile, della vita con la morte.
Secondo l’autrice J.S.Bolen essi rappresentano i momenti nei quali i mondi si sovrappongono e si compenetrano.
Come nei momenti di passaggio del calendario celtico, i portali del fuoco, primo fra tutti quello del periodo di Samhain, quando i cancelli del regno fatato (il Shide) vengono aperti, le nebbie si alzano, e per noi umani è possibile venire in contatto con gli abitanti di tale regno e con gli antenati, nostri cari defunti.
La vesica pisces, come simbolo del mondo spirituale che si perpetua in quello materiale ci richiama alla discesa nelle profondità di noi stessi.
Il pozzo sacro di Glastonbury, identificato con quello altrettanto sacro di Avalon, è come una caverna nella quale avvengono i mutamenti più significativi per la nostra anima.
E bevendo la sacra acqua rossa ci rinnoviamo e purifichiamo, ci riuniamo alla dea e torniamo alla consapevolezza della nostra sacralità innata, del nostro potere creatore e distruttore al medesimo istante.
Essa ci spinge a fidarci del nostro intimo intuito, a lasciar andare le gabbie mentali nelle quali siamo costretti per tornare a camminare, ancora una volta fiere e libere, sul cammino della Dea.

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11/09/2010 08:29

il pozzo del calice,la spada((excalibur),il graal,la pietra(alkahest)sono gli strumenti che dobbiamo usare per questa trasformazione.il pozzo del calice è la sorgente della vita dentro di noi,a cui dobbiamo tornare piu' volte per purificarci delle nostre esperienze venefiche.excalibur è il potere dell'amore che puo' uccidere qualsiasi drago.il graal è lo stato di grazia.l'alkahest rappresenta la pura conoscenza,che si autorealizza e ha l'infinito potere organizzativo della mente universale.
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12/09/2010 07:18

a mano a mano che la storia si dipana,vi chiedo di guardare ai personaggi e agli avvenimenti come a simboli delle vostre esperienze di vita ,e un po' alla volta,mentre attraversate il pesaggio della vostra coscienza,sveglierete il merlino che dorme dentro di voi.ma prima di incontrare merlino (lo spirito)dovrete superare i vicoli bui,i passaggi segreti,le soffitte stregate della vostra mente. dovrete affrontare la vostra morgana-fay la fatata-l'ombra scura di voi stessi che vi accompagna ovunque andiate.esiste in tutti noi,siamo un conglomerato di ambiguita',un accumulo di diverse energie dove il divino e il diabolico,il peccatore e il santo coesistono tutti assieme.ci sono cos' tante personalita' dentro di noi ,che lottano per servirsi di questo nostro corpo' ci puo' toccare il destino di interpretare un'infinita' di ruoli,ma noi non siamo i ruoli che interpretiamo.questa è la prima grande scoperta del mago;e ce ne sono tante altre nella storia che state per leggere.ecco alcune intuizioni che spero renderanno piu' proficua questa vostra esperienza di lettura.
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12/09/2010 08:48

in "il bosco della cerchia"vi chiedo di strappare via a uno a uno gli strati della vostra anima e di scoprire luoghi antichi e tempi antichi."zig zag"vuole ricordarvi la saggezza dell'imprevedibilita' e dell'incertezza,in modo che fuggiate dalla prigione dell'ovvio e del conosciuto.in "una notte insonne"scoprirete il vostro scontento,e siate grati,perchè senza il divino scontento non ci sarebbe forza creativa.in"cenere alla cenere"scoprirete i tesori nascosti fra le macerie della devastazione.è nelle avversita'che si trovano i semi di grandi opportunita' evolutive.in"il tempo del sogno"il mago si sottrae ai confini del tempo e ci insegna queste grandi lezioni:1)il mago non è limitato dal tempo.2)ci sono infinite versioni di ogni evento,e dipendono dall'osservatore.3)esistiamo simultaneamente in tutti i tempi;le linee dritte e sottili del tempo sono fili di una ragnatela che si estende all'infinito.4)ogni avvenimento ne riflette un'altro;quando vibra un elettrone,trema l'universo...un singolo evento puo'modellare la nostra vita o cambiare il corso della storia.5)la vita è magica,misteriosa,meravigliosa,miracolosa.perdete la magia e perderete la vita.diventera' triste e monotona.quando avete lampi di meraviglia,questo è il tocco del mago.la peggior maledizione che puo' colpire qualcuno è l'immobilita',la quieta disperazione che deriva dal bisogno di conformita'.in"i cercatori"troverete degli indizi che tutti noi dobbiamo cercare,passo dopo passo,lungo il viaggio della vita.in ogni evento nascosto."il cavaliere sulla collina"si riferisce allo scontro eterno fra lo spirito e l'ego. lo spirito è gioioso e spensierato.l'ego è serio,arrogante,polemico.in uno ci sono la pace,l'armonia e l'amore,nell'altro la paura e l'ostilita'."la caldaia"è un'esame delle energie che attizzano il fuoco della vita nello scantinato della nostra anima."l'accampamento degli zingari"vi porta nella corte dei miracoli dove sono raccolti i saggi,i veggenti,i geni e gli emarginati che sono sfuggiti alla psicosi della mente collettiva e possono essere l'unica traccia che porta alla liberta'."la terra oscura"è la nostra madre,questo pianeta che è il nostro grembo e anche il nostro corpo.quando abbiamo paura,essa trema e vengono liberati i draghi."il gioco nuziale"rappresenta lo specchio delle relazioni,dove scopriamo che coloro che amiamo e coloro che odiamo sono specchi di noi stessi.in"la vecchia regina",ginevra ci permette di assistere all'imprigionamento della femminilita' nel corso dei secoli,dapprima nelle grotte e nelle caverne,poi nei castelli e nei conventi,oggi con le discriminazioni sul lavoro.è giunta l'ora di rendere onore a cio' che di  femminile c'è in noi,nel nostro mondo.l'intelligenza femminile dell'universo puo' aiutarci a sanare la psicosi della mente collettiva,perchè nella femminilita' c'è considerazione,intuitivita' e saggezza."il cerchio della pace"è il mondo che possiamo sognare di realizzare grazie alla purezza dei nostri cuori,la scienza collettiva necessaria per compiere una fase di transizione nella nostra civilta'.è il ritorno di camelot.questa storia,va interpretata a molti livelli.è frutto di fantasia,ma ricorda anche che siamo anime antiche provenienti da luoghi e tempi antichi.ci ricorda che la vita è un'orizzonte senza limiti e che siamo esseri magici.ci ricorda che nella vita di ognuno ci sono momenti in cui ci innalziamo a un luogo privilegiato,dove gli atti di tutti i giorni assumono un significato mitico.quando l'umanita' non è in grado di compiere l'ascesa,noi la esaltiamo nella leggenda:e quel luogo è chiamato camelot.

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14/09/2010 15:05


                
[Modificato da joan. 14/09/2010 15:12]
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03/10/2010 09:24

uno-la torre del mago

le vecchie di camelot erano certe che il mondo fosse prossimo alla fine. la sdentata megan accese una candela votiva per dire le sue preghiere e immediatamente,come se fosse penetrato attraverso le mura del castello,un vento la spense."questa notte le candele non terranno lontano il diavolo",affermo' gudrun la cuoca."per grazia di dio non tutti siamo destinati a morire nei nostri letti",replico' megan tremante. tutti e tre se ne stavano seduti nel buio tetro della cucina,le due vecchie e un ragazzo."ragazzo",ordino' megan,"portami un altro mattone.ho i piedi freddi." ulwin prese il mattone freddo che gli veniva porto e tolse la tela di sacco che lo copriva. con un paio di tenaglie,cavo' un altro mattone dalle ceneri e con cura lo colloco' sulla tela."fa' presto",borbotto' megan."faccio in fretta",avrebbe voluto rispondere ulwin,chiedendosi perchè mai fosse necessario affrettarsi se il mondo stava per crollare.troppi cattivi presagi si erano accumulati in breve tempo:corvi e avvoltoi si appollaiavano al tramonto sullo stesso albero;un porcospino era stato visto rotolare,in fiamme,sui campi;scure nubi attraversavano il cielo come cavalli selvaggi in preda al panico e,peggio di tutto,un'eclissi funesta oscurava la luna.

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03/10/2010 09:31

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03/10/2010 16:09

era una notte che soltanto un mago sarebbe stato in grado di interpretare correttamente,ma consultare il suo mago era proprio cio' che il re si era ripromesso di non fare.artu' era rimasto seduto per ore sulla sedia di legno intagliato,davanti alla finestra della grande sala.la sua cena preferita,cinghiale allo spiedo con albicocche ,era ancora su un vassoio accanto a lui,intatta.il giorno si stava spegnendo,e il volto del re rispecchiava le tenebre che andavano addensandosi."sa gia'"aveva annunciato con tono sinistro gudrun,dopo aver portato la cena ad artu'."che cosa sa?"chiese ulwin,ma l'unica risposta che ottenne fu un'occhiataccia.attraversando con passo leggero le sale buie,arrivo' la regina per persuadere artu' a mangiare,ma persino quella amorevole voce,che sempre era riuscita a distorglierlo dalle sue malinconie,non raggiunse il cuore del sovrano."vi scongiuro di mangiare qualcosa,almeno qualche boccone",prego'.artu' si limito' arivolgrle uno sguardo obnubilato.in quegli occhi si leggeva la tragedia,non piu' il coraggio e la calma che la regina vi aveva visto per tanto tempo."perchè sei addolorato mio signore?"chiese ginevra.in qualsiasi altro momento si sarebbe sentita stringere il cuore nel vedrlo in quello stato;questa volta fu presa da una nuova e fredda paura.il re non disse nulla ma volto' lo sguardo alla finestra."chiamate merlino",sussurro',e il suo fu quasi un lamento."ho visto la notte della nostra rovina."
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